RESCUE IN DIFFICOLTÀ? – Le mie previsioni erano corrette.

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Appena sveglia, mi segnalano un post da eliminare, lo elimino e subito ne noto un altro che ha suscitato in me rabbia e stupore. E.B.R.I. che chiede i soldi, perché non riesce a sfamare 14 bulldog inglesi. So che con questo articolo scatenerò l’inferno, ma mi avvalgo del sacrosanto diritto di critica, con la speranza che si riesca a smuovere qualcosa sulla reale tutela dei bulldog.

Se E.B.R.I. fa fatica ad arrivare a fine mese, perché ha 4500 euro da pagare e poche domande di richiesta adozione, mi chiedo le altre associazioni cosa stanno vivendo? E.B.R.I. ha una visibilità che nessun’altra associazione ha, è appoggiata dal C.I.B. Circolo Italiano Bulldog, ha le porte aperte in tutti gli eventi cinofili che riguardano raduni amatoriali bulldog, che riguardano le rassegne ufficiali dei bulldog, se E.B.R.I. non riesce ad arrivare a fine mese, gli altri cosa stanno vivendo? Spero che qualcuno me lo dica, perché sono seriamente preoccupata.

Da tempo parlo di prevenzione, da tempo, come avverrà anche in questo caso, sarò condannata per aver toccato l’intoccabile. Ma prima di farvi prendere dallo sconforto, cominciate a ragionare. Innanzitutto solo il 2% dei cani che detengono, sono abbandoni reali, anche se vi sembrerà strano ma ci sarà a breve un aumento esponenziale degli abbandoni nei canili, il fenomeno è già cominciato,  gli altri sono fattrici in disuso che hanno messo fine alla loro carriera e sono super d’accordo che i cucciolifici diano in adozione le proprie fattrici, almeno si godono gli ultimi 3 anni di vita che gli rimangono in santa pace. Altri sono cessioni di gente che ha pagato due lire un bulldog, 500 con pedigree cucciolata casalinga, 700 con pedigree cucciolata allevatore standard sfigato. Poi un gran numero è legato alle cessioni di cani simil bulldog pagati 300 euro provenienti dai traffici,  pieni di problemi di salute.

E.B.R.I. per carità, fa lo screening a tutti i cani che passano in mano loro e se ci sono spese mediche da affrontare, le affrontano con i migliori specialisti bulldog sicuramente e per fortuna a prezzi vantaggiosi, ma questo non esclude assolutamente un cane sano in casa.

Quello che voglio far capire a tutti è questo, quante persone sono disposte, pagando,  a mettersi un bulldog in casa, malato? Poche! Sono forse finite queste persone, visto che da anni ormai sono ancora tutti sulle spalle dell’associazione? Probabile, quindi quello che faccio fatica a comprendere è questo e non mi è chiara la situazione: E.B.R.I. ha un giro di volontari che regala gadget da rivendere, l’esclusiva agli eventi ufficiali e non, pubblicità sui quotidiani nazionali gratuita, donazioni, ampia visibilità e non riesce ad affrontare 4500 euro al mese? I soldi sono finiti? No continuo a chiedermi e gli altri rescue dove ci sono i bulldog di serie B, che non hanno esclusive di nessun genere come sopravvivono? Stiamo assistendo ad un fenomeno fisiologico del bulldog, fenomeno in cui prevedo il grave pericolo per la vita dei bulldog. Se E.B.R.I. nonostante le entrate di prima classe che ha, è in sofferenza, mi aspetto che gli allevatori/cucciolifici saranno costretti ad abbattere le fattrici, perché si arriverà ad un punto in cui le associazioni saranno costrette a rifiutare i cani causa soldi che non entrano,  che chi cede, non trovando posto nelle associazioni, porta in canile con il rischio di morte per i cani, e per il loro stato di salute e per le loro caratteristiche etologiche. Ultimamente sto notando che alcuni allevatori, sul proprio sito, hanno già un’area riservata alle adozioni delle fattrici in disuso, scusate se uso questi termini così primitivi, ma chi sfrutta i cani per i soldi e non per passione, non ho altri termini nel mio dizionario.

Quando ho attaccato duramente chi sfruttava le fattrici, mi aspettavo una reazione neutra da parte del rescue, invece sono stata attaccata duramente. La prevenzione si fa anche prendendo le distanze da chi continua a sfornare cuccioli in continuazione, la prevenzione non si fa chiedendo soldi, quello si chiama assistenzialismo, la prevenzione si fa con l’informazione corretta. Oggi provo rabbia, perché questo processo sarà irreversibile, i bulldog ceduti sono in continuo aumento, lasciatemelo dire, cosa si è fatto finora per arginare il fenomeno? Niente! Il codice deontologico che limitava i parti sparito, fattore comunicazione, inesistente. Si continua a pensare ad accumulare titoli, quando, invece ci sono priorità che necessitano di un intervento urgente.

Prevedo che il prossimo anno, se non si fa subito qualcosa, il bulldog vivrà un anno davvero duro. Siamo già in ritardo, di molto perché la tutela fa acqua da tutte le parti e si pensa solo ai propri interessi e non all’interesse della razza.

 

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