Icardi, Totti, Nainggolan e Castrovilli: ecco chi fa davvero danni alla cinofilia.

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Quello che mi rattrista profondamente è che questi quattro personaggi molto noti, li ripeto ICARDI, TOTTI, NAINGGOLAN e CASTROVILLI, ma ce ne sono anche altri, stanno davvero facendo danni ingenti alla cinofilia.

Premetto subito, che a malapena conosco Totti per via delle pubblicità e del suo libro, oltre che come capitano della Roma, gli altri non so proprio chi siano, ma non voglio assolutamente parlare di calcio, perché non ho mai avuto interesse per questo tipo di sport.

Gli appassionati veri dei bouledogue francesi e bulldog inglesi, gli allevatori etici, cercano con ogni mezzo di fare corretta informazione sulle colorazioni esotiche, l’Inghilterra fa campagne su larga scala per impedire il diffondersi dei cosiddetti “COLORI ESOTICI” poi a rovinare il tutto arrivano i beniamini di tutti i tifosi, che sponsorizzano i loro ultimi acquisti: 4 bouledogue francesi di colore esotico. Già da tempo è una moda che impazza negli Stati Uniti, una corsa ai colori esotici che pagano fior di quattrini, credo che la maggior parte delle persone che acquista, non si rende conto minimamente di cosa si nasconde dietro un colore esotico, altrimenti tutte queste campagne di sensibilizzazione che si fanno, non avrebbero senso. Campagne difficilissime da portare avanti, perché quando le persone si mettono in testa che per essere fighi serve un colore esotico e non la salute del cane, allora far passare il concetto diventa davvero difficile e lo diventa ancora di più se personaggi così di spicco come questi calciatori autorizzano la diffusione di video in cui li accolgono per la prima volta tra le loro braccia. Preferirei che sponsorizzassero un paio di mutande o una borsa, ma non un cane esotico. Ognuno è libero di acquistar ciò che vuole, ma deve prima essere consapevole di quello che sta acquistando e sono sicura che questi signori non lo sanno, perché se fossero consapevoli non ostenterebbero i loro acquisti attraverso i social ecc.

E adesso vi spieghiamo cosa si nasconde dietro un colore esotico – Articolo a cura della professoressa Marina Canestrale, giudice E.N.C.I. e allevatrice bouledogue francesi affisso DOGARROW

PERCHE’ DOBBIAMO DIRE NO AI COSIDDETTI “COLORI RARI” NEI BULLDOG INGLESI E FRANCESI

Facciamo una dovuta premessa: nel bulldog inglese il NERO non è da considerare un colore “raro” nel senso che diamo oggi al termine. E’ un colore che c’è sempre stato, le prime campionesse erano bianche e nere, oggi viene definito dallo standard “indesiderato” (difetto molto meno grave della coda incarnita o del riposizionamento della ghiandola, che da manuale sarebbero da squalifica, eppure…) ma ciò non esclude che possa avere il pedigree ed anche riprodursi. Tutti gli esperti sanno che era proprio uno storico campione, di colore bianco puro, a portare nel suo corredo genetico il nero.. e quando nasceva (una volta ogni morte di papa) un cucciolo nero dai suoi discendenti, veniva salutato benevolmente come prova dell’appartenenza alla famiglia, ma affidato a prezzo amichevole e non pubblicizzato come se fosse il sangue di san Gennaro.
Parliamo invece dei colori “di moda”, sia nei bulldog inglesi che francesi, che affollano le pagine dei gruppi americani, sempre alla ricerca di novità, e che purtroppo cominciano a manifestarsi anche da noi.
Di questi colori non si ha traccia nei pedigree dei cani puri e non si conosce nessun riproduttore che li abbia tramandati. Sono comparsi più o meno all’improvviso negli anni Novanta e cominciano a diventare un problema, perché, come vedremo, sono spesso associati a gravi problematiche di salute. Essi sono il BLUE, il MERLE, il LILAC, il BLACK AND TAN ed altri che la fantasia umana di volta in volta propone.
Naturalmente in natura esiste un concetto che si chiama SALTATION, ovvero la comparsa improvvisa di un carattere nuovo, ma questo fenomeno dei colori rari non ha nulla a che fare con la saltation, è uno spregiudicato e vergognoso artificio umano per guadagnare di più e più velocemente.
Vediamo come:
negli anni Novanta in Europa esplose la moda del Bulldog e nei paesi dell’est, a fianco di eccellenti allevatori che sono fra i migliori del mondo, nacquero anche le tristi puppy farm, i “cucciolifici”. Venivano prodotti cani di tutte le razze e gli spedizionieri italiani facevano la fila per comprare a 150 euro dei cuccioli che poi avrebbero rivenduto a 1500. Per migliorare la scarsa fertilità delle fattrici bulldog, questi allevatori senza scrupoli una volta su cinque davano un maschio di altra razza, prima un boxer ( i famosi bulldog boxerati) poi, vedendo che i clienti si bevevano tutto, anche l’amstaff e altre razze canine. Non è un’operazione così difficile come sembra, perché il bulldog è naturalmente acondroplasico, cioè nano, e quindi la sua struttura è facilmente ereditabile. Con sorpresa si accorsero che, quando nascevano cuccioli simil bulldog, ma di colori strani, la clientela non solo non li rifiutava, ma anzi li gradiva. E negli StatiUniti era cominciata la corsa al bulldog con un occhio azzurro, con due occhi azzurri, blue, più blue, merle ecc.
I cagnari, che nel frattempo prendevano piede in molti paesi europei e anche da noi, capirono che quello era il nuovo Eldorado e raffinarono la pratica, che oggi è questa:
1) Si prende una fattrice bulldog (perché come è noto in cinofilia, la struttura la mette la madre) e si accoppia con un cane di altra razza, o meticcio, del colore desiderato.
2) Si UCCIDONO alla nascita tutti i cuccioli che non presentano le caratteristiche minime di appartenenza alla razza bulldog
3) Si tengono quasi tutte le femmine e si adibiscono alla riproduzione fin dal primo calore, lavorando in strettissima consanguineità infischiandosene della salute
4) Si commercializzano di preferenza i maschi a prezzi stratosferici, accompagnandoli con sedicenti articoli pseudoscientifici che richiamano ai colori primitivi (infatti notate che questi cuccioli che appaiono sui nostri social non sono quasi mai femmine)
Quali sono le razze preferite per ottenere le colorazioni rare? L’amstaff prima di tutto ( così nei bulldog sta arrivando l’atassia), il weimaraner per ottenere il blue, il rottweiler per il black and tan e tutte le razze MERLE, dal bassotto al pastore australiano per ottenere questo malefico colore che è il primo responsabile delle problematiche di salute.
Come è noto, infatti, il gene del merle porta con sé una serie di problematiche che vanno dal grave al gravissimo, tanto che persino nelle razze che lo riconoscono la FCI ha proibito gli accoppiamenti merle x merle.
Vale la pena, per sfoggiare un colore di moda, contribuire alla distruzione della razza? essere complici delle nefandezze che si compiono nelle puppy farm, anche di casa nostra ? per me NO.

PERCIO’ DICIAMO NO AI COLORI “RARI”

dott. Marina Canestrale

Quello che voglio sperare è che il nostro articolo arrivi ai diretti interessati, che facciano rimuovere i video promozionali e che spendano due parole per evitare che altre persone possano imitarli.

Richiedete sempre cuccioli con regolare pedigree E.N.C.I. questo è il nostro suggerimento.

Veronica Cucco

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