LA GRANDE FAMIGLIA DEI LEVRIERI, CONOSCERLI PER TUTELARLI

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Prima di entrare nel cuore delle deportazioni, è obbligatorio chiarire alcune cose importanti che riguardano il mondo dei levrieri e simil.

Partiamo dal concetto più scontato che però ancor oggi trova ancora difficoltà nella comprensione.

Un cane per essere definito di razza necessita del suo documento d’identità: il pedigree ENCI FCI o FCI+il Paese di origine del cane.

Il pedigree è la carta d’identità del cane di razza, non importa se il cane va in expò, sul divano, se ha problemi di salute, se è sordo, cieco, se vogliamo definire un cane con il nome del cane di razza, deve essere corredato del suo documento, altrimenti possiamo definirlo meticcio, incrocio o simil. Questo è ciò che dice la legge.

I LEVRIERI, LA FAMIGLIA, LE ATTITUDINI, LA PROVENIENZA E I NUMERI IN ITALIA.

Partiamo dalla famiglia dei LEVRIERI. Fanno parte del gruppo 10, nel gruppo ci sono solo loro e sono tanti, i levrieri hanno un’attitudine che li accomuna: LA CACCIA A VISTA.

Cos’è la caccia a vista? Basti pensare ad un gatto quando vede la sua preda e sferra l’attacco. Agili e veloci come il vento i levrieri non sono di certo adatti a vivere in un appartamento e rimanerci chiusi per tante ore al giorno.

LA FAMIGLIA DEI LEVRIERI:

LEVRIERI A PELO LUNGO O FRANGIATO

BARZOI – Origine Russia

LEVRIERO AFGANO  – Origine Afghanistan e poi Regno Unito

LEVRIERI A PELO DURO

SALUKI – Origine Medio Oriente FCI

DEERHOUND – Origine Scozia (UK) e poi Regno Unito

IRISH WOLFHOUND – Origine Irlanda

LEVRIERI A PELO CORTO

AZAWAKH – Origine Mali e poi Francia

GALGO ESPANOL – Origine Spagna

GREYHOUND – Origine Regno Unito

LEVRIERO POLACCO . Origine Polonia

MAGYAR AGAR – Origine Ungheria

PICCOLO LEVRIERO ITALIANO – Origine Italia

SLOUGHI – Origine Marocco poi Francia

WHIPPET – Origine Regno Unito

Entriamo ora nel cuore delle caratteristiche attitudinali di ciascun Levriero. Estratto dal libro: “I Lunghi Musi” di Gabriele D’Annunzio di Sonia Ragno Angelo Lodovico Anselmi

BORZOI: Anche se viene meno considerato rispetto al greyhound. Di taglia grande, aspetto molto elegante, è stato il compagno di ogni Zar. Incrocio tra i levrieri arabi usati da tartari durante l’invasione mongola e i Loshaya, usati per cacciare. Appare l’immagine di questi levrieri sul libro di preghiere del Gran Principe Vasily III, padre di Ivan il Terribile. Il primo congresso per gli amanti dei borzoi fu organizzato in Russia nel 1874 e nel 1888 la Società di Caccia di Mosca unificò lo standard. Molto armonici tanto nelle forme quanto nel movimento. Di grande taglia, di costituzione asciutta ma robusta con gli arti piuttosto lunghi, pelo lungo, morbido, setoso, leggero, ondulato o che forma grandi riccioli.

GREYHOUND:  Così antico che, avendo avuto la sua origine nel medioriente disegni di questi cani sono stati scoperti su alcune tombe dell’antico Egitto. Unico cane ad essere menzionato nella bibbia dal Re Davide per i suoi aggraziati movimenti (Proverbi, capitolo 30 – versetti 29-31  in cui il secondo animale menzionato è zazir, cioè il cane magro che caccia velocemente – rif.: commentari di Rabbin David Kimchi e Rabbin Yosef Kimchi )- Di grande taglia e struttura robusta, muscolatura potente e costruzione armoniosa. Collo e testa sono lunghi con le spalle ben oblique e disegnate. Torace ampio, rene arquato, posteriore potente. Arti e piedi solidi, sono il prototipo dei cacciatori a vista e decisamente è il cane più veloce che si conosca. Un espemplare da corsa è stato cronometrato a più di 72,45 km/h. E’ intelligente, affettuoso e si può dire un eterno cucciolone

DEERHOUND: cit.: . V’era il levriere di Scozia, nativo delle alte montagne – Originari delle montagne scozzesi ed usati per la caccia al cervo rosso sembra che siano stati introdotti in Scozia dai Fenici. Rimasto simile a se stesso nel corso dei secoli essenzialmente è  molto affine al greyhound ma a pelo ruvido, un poco più grande e di ossatura più forte. Dolce, dignitoso e amichevole, facile da educare.

GALGO ESPANOL cit.: migrato coi Mori, quello magnifico che il nano pomposo regge a guinzaglio nella tela di Diego Velasquez – Discendente dei levrieri asiatici si è adattato ai terreni delle steppe e delle pianure iberiche. Di taglia media e struttura ossea compatta, testa lunga e stretta con ampia cassa toracica, coda molto lunga e cosce muscolose. Il pelo può essere fine e corto, o semi-lungo e duro

IRISH WOLFHOUND cit.: Levrieri d’Irlanda distruttori di lupi – La prima testimonianza scritta relativa a questi cani risale al 391 d.C. ed è stata redatta da un console romano. Coppie di levrieri irlandesi costituivano pregiati regali per le famiglie reali d’Europa, dal Medioevo fino a tutto il XVII secolo. Nel XV secolo ogni Contea d’Irlanda doveva disporre di 24 wolfhound per proteggere le greggi dai lupi. A quel punto il wolfhound divenne il simbolo della cultura irlandese stessa e del passato celtico, vedi i Bran e Sceolan di Fionn. Di taglia molto grande e aspetto imponente, muscoloso, forte e aggraziato al contempo, pelo ruvido. Coda lunga e leggermente ricurva.

SALUKI Cit.: v’era quello di Persia, biondo ed esiguo, dalle orecchie coperte di lunghi peli serici, dalla coda fioccuta, pallido su i fianchi e giù per le gambe, più grazioso delle antilopi che aveva ucciso; il posto speciale che nella tradizione araba occupa questo levriero ha fatto in modo che ve ne siano di vari tipi. E’ stato utilizzato come cane da caccia per molti anni ma sempre per tradizione, nel Medioriente non erano soggetti a compravendita: erano offerti come segni d’omaggio. Aggraziato e simmetrico, di grande velocità e resistenza. Può avere o meno le orecchie frangiate. Dignitoso, diligente e indipendente, non è mai aggressivo ma è riservato con gli estranei.

SLOUGHI– cit.: In Arabia il prezzo d’ uno soloughi cacciatore di gazzelle e di antilopi eguaglia il prezzo di un camello. – Originario del Marocco, frequenta l’area Nord Africana da molti secoli. Il pelo è rado e la taglia media, di gran classe e molto elegante. Ha la particolarità di essere molto legato al padrone, e nonstante sia un cacciatore d’istinto, apprezza molto le comodità di una casa.

AZAWAKH: Come tutti gli altri levrieri, caccia a vista sulla selvaggina originaria (gazzelle, lepri, struzzi…) ed è in grado di sostenere una lotta con i predatori. Nella lingua dei tuareg, la popolazione nomade con la quale condivide la vita e gli accampamenti, è chiamato Oska. Alto ed elegante, zampe lunghe, l’Azawakh trasmette una idea di grande raffinatezza e distinzione. Secondo lo standard di razza il corpo di questo levriero deve poter essere inserito in un rettangolo che ha i lati più lunghi in posizione verticale. Vivace, attento, distante, può essere molto riservato con gli sconosciuti, ma sa essere dolce e affettuoso con l’ambiente familiare e con coloro che decide di accettare.

LEVRIERO AFGANO: Come specifica il nome è originario dell’Afghanistan, sia delle pianure che delle montagne, gli autoctoni li chiamo Tazis; snelli ed aggraziati, usano la velocità e la vista acuta per catturare le loro prede. Arrivano in Europa agli inizi del ‘900 importati dagli ufficiali dell’esercito coloniale britannico e riscuotono immediato successo. Il lungo pelo è setoso e la testa ha un portamento fiero. Sono più comuni gli occhi sono scuri, ma possono avere anche gli occhi dorati, di forma quasi triangolare, leggermente obliqui risalenti dall’angolo interno verso quello esterno. Ha uno sguardo particolarmente penetrante.

LEVRIERO POLACCO Evidenziata la sua presenza in Polonia già dal XIII secolo si può far risalire dai levrieri asiatici. Il suo aspetto è rimasto invariato fino alla fine del XIX secolo. Di taglia grande, struttura forte, muscolatura visibile e mascelle potenti è stato usato per la caccia nelle difficili condizioni del clima polacco. Quello che sorprende di più in questo levriero sono gli occhi: espressivi e penetranti. Assumono infatti un importantissimo ruolo nel suo aspetto generale. Sicuro di sé, fiducioso, riservato e coraggioso.

MAGYAR AGAR Usato per la caccia a vista nonostante l’eccellente olfatto, le sue origini risalgono ai tempi delle conquiste magiare, intorno al 900. E’ molto veloce, e decisamente anche più resistente del greyhound sulle lunghe distanze. Riservato ma non timido, intelligente, fedele e vigile con un grande senso di protezione nei confronti del padrone che tende a proteggere, così come la casa e il suo ambiente. Come tutti i levrieri non è mai ne aggressivo e nemmeno cattivo. Molto elgante, con muscolatura particolarmente sviluppata. L’impressione che se ne ricava è quella di una grande potenza.

WHIPPET: Ha una storia relativamente recente, soprattutto se confrontata con quella degli altri levrieri; selezionati nel XIX secolo dagli operai e dai minatori delle aree industriali inglesi per la caccia alla lepre, non si sa con certezza quali siano le razze che hanno concorso a formare il whippet, perciò sono state formulate solo delle ipotesi. Le razze che sicuramente si riscontrano sono il greyhound ed il piccolo levriero italiano, oltre il fox terrier, il manchester terrier e l’old white terrier che venivano già impiegati per la caccia. Cani veloci e silenziosi, cacciatori a vista, dal pelo raso e dal muso allungato, nei giorni di festa venivano usati in campagna come cani da competizione. Di taglia media, muscoloso e solido, è un compagno ideale anche per la vita in città.

PICCOLO LEVRIERO ITALIANO cit.: Chi potrà ripensare ora senza tristezza ai piccoli levrieri (levrettes) del secondo impero o ad alcuni cavelier king, Lulu, o ad altre grazie canine un po’ fuori moda? – E’ tutto nostro il Piccolo Levriero Italiano, giunto in italia attraverso la Grecia già dal V secolo a.C. era già presente nelle corti Faraoniche. Il Rinascimento lo vede protagonista in molti dei dipinti dei Maestri italiani. Cane di piccola taglia, la più piccola tra i levrieri, ma ben proporzionato. Da l’impressione di grazia, distinzione e garbo. Un buon tono muscolare, movimenti aggraziati, rapidi e leggeri; arti lunghi e asciutti, torace stretto, coda lunga e sottile. Raffinato nella sua interezza. Il carattere è vivace, ma molto affettuoso e docile.

In Italia ci sono 122 allevatori di levrieri, 46 di questi allevano whippet.

Mi capitano segnalazioni di tutte le razze, per quanto riguarda i levrieri non mi è mai arrivata nessuna segnalazione inerente agli allevatori riconosciuti, ma non escluso la possibilità che possa esistere chi li maltratta e li abbandona. Nei cani il marcio è ovunque e il mio compito è quello di farlo presente per la tutela in primis dei cani e poi delle persone. Proprio per questo motivo la cinofilia non va mai generalizzata. Si può parlare di un fenomeno ed infatti è quello che stiamo affrontando. Cioè da dove ha origine la nascita di tante associazioni che prelevano cani da altri Paesi e li portano in Italia con i nostri canili al collasso e le strade piene di randagi? Ci stiamo avvicinando alla realtà. Sia chiaro che le adozioni diventano forme di assistenzialismo nel momento in cui la prevenzione è inesistente. Nel prossimo articolo affronteremo le origini dei simil levrieri spagnoli. Da dove arrivano e cosa si nasconde dietro a tutto questo movimento di cani.

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Veronica Cucco

 

 

 

 

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