Levrieri e cinodromo: gli animalisti insorgono, ma sono nel giusto?

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La paura del ritorno al passato, delle scommesse clandestine, del maltrattamento animale che ha portato alla chiusura di tutti i cinodromi in Italia, riemerge di nuovo, per non parlare dei levrieri spagnoli di cui se ne sono occupati molti rescue italiani.

Oggi purtroppo quando si parla di corse e di levrieri, si pensa solo a cose pericolose e negative.

Sono d’accordo con gli animalisti nel vigilare qualsiasi attività in cui ci sono gli animali di mezzo. Pretendo però quantomeno che ci si informi fino in fondo rispetto a questa nuova iniziativa ed ai personaggi che ne fanno parte. Prima di pronunciarmi ho letto e chiesto e ho così deciso di diffondere informazioni che dovrebbero tranquillizzare un po’ tutti.

Allego quindi un articolo redatto da parte di chi vive all’interno del mondo dei levrieri, persone disponibili anche al dialogo, perché l’ultima cosa che vogliono, è quella di negare ai propri cani di esprimere quelle che sono le loro caratteristiche attitudinali nel pieno rispetto del benessere animale.

Art. del Gazzettino Cinofilo:

I LEVRIERI E LO SPORT
TRA REALTÀ E FALSI MITI

Siamo sempre stati convinti che la conoscenza sia la madre di tutte

 le virtù. Per predisposizione personale non riusciamo a tollerare chi parla o giudica senza cognizione di causa e per primi facciamo silenzio se non sappiamo, perché intelligente non è sempre chi sa, ma anche chi sa di non sapere o di non conoscere in modo veritiero e corretto e pertanto si informa.

Affermiamo che la conoscenza è la virtù delle madri perché è da essa che nasce il confronto civile, scaturisce il rispetto, la capacità di comprensione e di critica, di argomentazione e confutazione. Senza il sapere, il parlare produce rumore, diffonde approssimazione, genera cattiva e non corretta informazione. Parlare con cognizione di causa riteniamo sia NECESSARIO per ognuno di noi ma OBBLIGATORIO e DOVEROSO da parte degli Enti, delle autorità, gruppi, associazioni, professionisti, figure tecniche specializzate o professionali che a qualsiasi livello o settore decidano di perorare una causa, insegnare qualcosa e/o fare formazione e informazione. Ripetiamo, in questo caso è DOVEROSO. La necessità di questo post, nasce oggi dal mormorio e dal movimento ingiustificato che si sta creando intorno la costruzione dell’impianto Sportivo di Maserada sul Piave. Per tale motivo ci rendiamo conto siano necessarie delle dovute puntualizzazioni che possano far luce su quanto sta accadendo o, quanto meno, che possano servire a spiegare cosa si svolgerà a Maserada sul Piave, tracciando i confini e le differenze tra realtà che si stanno confondendo e per le quali si sta impalcando una guerra ingiustificata e dichiarata verso le persone sbagliate.
L’impianto Sportivo che si sta realizzando consiste in un progetto che si segue ed anela da anni e che permetterà ai nostri Levrieri di poter correre in assoluta sicurezza e tutela. Perché diciamo sicurezza e tutela? Perché l’impianto è voluto, realizzato, costruito e gestito dall’ ENCI: Ente Nazionale della Cinofilia Italiana. Le giornate di manifestazione sportiva, che qualcuno, accostando realtà completamente differenti chiama, “corse a scommessa”, non sono altro che le cosiddette : Verifiche Zootecniche atte alla valutazione dell’Attinenza alla funzione. Cosa significa? Significa che si tratterà di manifestazioni Sportive studiate appositamente per esaltare quelle che sono le specificità di razza e capire quanto un soggetto, oltre ad essere valutato bello in esposizione e rispondente allo standard a livello morfo-strutturale, lo sia anche a livello funzionale. Ricordate che ogni razza originariamente nasce per un motivo e quel motivo, che ne traccia le differenze tra l’una e l’altra, genera appunto la cosiddetta “tipicità di razza”. Ancora, per conoscenza di base cinofila in generale, è necessario sapere che anche a livello costruttivo, per ogni razza vige il principio biologico fermo che vuole che “la forma segua la funzione” pertanto, ogni razza sarà costruita in modo differente perché differente è il lavoro che in natura dovrebbe svolgere. A suo tempo, il metodo selettivo usato da Madre Natura per concretizzare l’evoluzione delle varie specie era estremamente semplice e poteva essere racchiuso in un’unica parola: EFFICIENZA. Ogni altra considerazione è pressoché irrilevante poiché l’indiscussa bellezza di tutte le forme selvatiche è consecutio della loro perfetta efficienza che si concretizza, come appunto accennavo sopra, con la capacità di sapersi adattare con successo all’ambiente circostante e pertanto sopravvivere. Ogni elemento estraneo a tale attitudine viene dalla Natura inesorabilmente sacrificato. Oggi, con la domesticazione, i cani di razza non hanno più, fortunatamente, la necessità di doversi procacciare cibo da soli o di dover dimostrare di saper sopravvivere e di riuscire a non estinguersi, ma questo non significa che debbano invecchiare ingrassando sul divano e che loro, e noi soprattutto, si debba dimenticare chi sono o quali siano le loro qualità e le loro specificità . Da qui, a livello ufficiale e pur sempre AMATORIALE (ossia disciplina anche sportiva svolta per puro diletto), nascono le attività sportive promosse e tutelate dagli Enti, il cui primo interesse è la tutela ed il benessere del cane. Così come per l’Agility, il Disc Dog, il Fly Ball, la Ricerca su Traccia etc., lo svolgimento di tali attività viene normato in modo molto rigido e puntuale dagli stessi enti di tutela, ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) ed FCI (Federazione Cinofila Internazionale) con l’emanazione di Regolamenti Nazionali ed Internazionali che dettano le condizioni per lo svolgimento delle verifiche zootecniche, manifestazioni sportive o prove di lavoro.
Alle DISPOSIZIONI GENERALI del Regolamento Nazionale a cui noi tutti che facciamo sport con i cani siamo chiamati al ossequioso rispetto, nell’art. 1.2 è espressamente citato: “Il principio della protezione degli animali deve essere sempre rispettato e deve guidare i comportamenti dei funzionari e dei partecipanti alle prove, impegnati ad assumere misure preventive, volte a limitare i rischi di infortunio di qualsiasi disciplina sportiva”. Qui vi inviteremmo a pensare anche allo sport in umana, che sia ciclismo, pallavolo, nuoto, calcio, tennis, corsa etc. Ne avete mai conosciuto uno privo di possibilità di infortuni dovuti al movimento? Ancora, vi chiediamo di riflettere su quante volte il vostro cane si sia fatto male in giardino. L’Art. 2.2 sempre del Regolamento Nazionale recita: Sono SEVERAMENTE VIETATE LE SCOMMESSE nell’ambito delle Prove Lavoro delle razze Levriere. All’art. 3 vengono dettati l’età minima a cui i soggetti possono avvicinarsi alla disciplina sportiva del coursing e del racing (abbondantemente dopo l’anno di età), ed i limiti massimi anagrafici in cui possono partecipare alle prove (8 anni di età). L’Art. 8, DOPING, recita testualmente : Ogni sorta di Doping volta a migliorare o modificare la capacità del cane è severamente vietata. Non solo, prosegue : I cani partecipanti alle prove possono essere sottoposti a prelievi di sangue e/o urine per iniziativa DELL’ENCI. Con l’iscrizione il proprietario autorizza l’eventuale prelievo. Vorremmo ancora sottolineare che in campo o in pista, in ogni giornata è OBBLIGATORIA, per lo svolgimento della manifestazione sportiva, la presenza del Veterinario in via preventiva. Cosa significa? Significa che lo specialista ha il compito di visitare ogni cane PRIMA dell’inizio della manifestazione ed ha IL DOVERE di ritirare al posto del proprietario ogni soggetto che per qualsiasi motivo egli ritenga non possa partecipare a quella gara: sopraggiunto estro per le femmine, alterazione della temperatura corporea, leggero stiramento muscolare di cui non può essersi avveduto il proprietario, unghia rotta, etc. etc. Il giudizio del veterinario in questo caso è insindacabile ed irreversibile. Non solo, i cani inferiori a 2 anni di età e superiori a 6 anni di età, debbono essere obbligatoriamente rivisitati una seconda volta tra una prova di lavoro e l’altra.
Vorremmo non dimenticare un altro passaggio del Regolamento Nazionale, costituito da 15 pagine e 37 articoli in cui si tratta delle penalità a cui saranno sottoposti i proprietari che non rispetteranno i dettami. Tali penalty vanno dalla sospensione per un determinato periodo, fino alla squalifica ed in casi gravi o di reiterazione del non rispetto della norma, all’allontanamento definitivo del proprietario dal settore sportivo. Questo per dare leggermente la percezione della rigidità delle regole che fortunatamente l’Ente pone a tutela del corretto svolgimento delle prove e finalizzato al rispetto dei soggetti impegnati nello sport. A tal proposito vi inviteremmo a riflettere sulla pericolosità delle Aree Cani a cui spesso venite consigliati di recarvi e quanti incidenti mortali sono costati ai levrieri al loro interno, dove panchine in ferro, alberi, secchi della spazzatura rappresentano ostacoli ai quali sopravvivere in corsa.
Relativamente invece allo spinoso tema MUSERUOLA trattato all’ art. 7 della pagina 42 del Regolamento Internazionale, si precisa che la stessa, trattandosi di verifiche che si svolgono in presenza minima di 2 cani, viene considerata Dispositivo di Protezione atto a garantire l’incolumità di tutti i partecipanti in gara. Non dimentichiamo che parliamo di animali il cui istinto li potrebbe portare a difendere la finta preda seppur consistente in uno zimbello di plastica, così come in giardino difenderebbero un gioco. Ancora prima di restare atterriti per il suo uso obbligatorio a fini preventivi e cautelativi, invitiamo tutti a tornare alla normativa italiana che impone l’obbligo dell’uso della museruola per salire su mezzi di trasporto. Non abbiamo mai sentito nessuno inorridire per questo, così come ci sembra di aver visto molti rescue costretti ad indossare identico sistema di protezione in presenza di più soggetti poiché, magari, avvezzi a mordere o pinzare. Anche in questo caso nessuno che si è permesso di offendere o giudicare. Ancora, la museruola viene spesso utilizzata da molte famiglie per evitare che in aree aperte i cani che hanno il vizio di raccogliere la qualunque da terra, possano ingerire bocconi velenosi.
Le realtà, torniamo a ripetere, andrebbero sempre, sempre, sempre contestualizzate e conosciute prima di essere superficialmente etichettate.
Tornando a noi, quanto finora espresso serve in modo molto esplicativo a dare la percezione di ciò che si svolgerà all’interno di quella struttura sportiva e delle modalità in cui le verifiche verranno svolte ed alla fine delle quali, si potrà accedere all’ottenimento dei cosiddetti Campionati semplicemente raccogliendo un numero determinato di titoli cartacei, la cui somma consentirà, detto in modo molto semplicistico, il conseguimento della denominazione di Campione nazionale o internazionale di una disciplina o dell’altra. Titoli cartacei e non in denaro. Altro chiarimento a questo punto doveroso. La tutela fisica dei cani impegnati a fare sport oltre che un DOVERE dell’Enci, rappresenta una nostra premura poiché, in considerazione del fatto che prima di essere cani, per noi sono figli, e in caso di incidente, come ogni proprietario che si rispetti o che voglia farsi rispettare, pagheremo profumatamente tutte le spese mediche presso le migliori strutture veterinarie all’uopo dedicate. Nessuno dei nostri cani morirà con un colpo in testa come è stata provocatoriamente e superficialmente fatta illazione. Alla persona che ha osato tanta ferocia e discutibile informazione, e che peraltro non conosciamo, vorremmo chiedere se sparerebbe mai a suo figlio perché si è rotto un piede correndo o se invece lo porterebbe in ospedale. Noi i nostri di figli li portiamo in ospedale a costo di fare un mutuo e questo a prescindere che si facciano male facendo sport o giocando in giardino.
Da quanto espresso fin qui , ci piacerebbe comprendere come, secondo alcuni, si possa mai accomunare questa nostra realtà alle condizioni delle corse espletate da professionisti ove, come in Inghilterra o in Irlanda ad esempio, è lecito e legale scommettere ed ove la feroce ed ingiustificata industria dei numeri, porta alle discutibilissime modalità di alienazione dei soggetti infortunati poiché “non più utili”. Soggetti, per offrire un’opportunità ai quali, molti di noi hanno accolto nelle proprie case. Parliamo di indotti ben diversi, gestiti con regole differenti e atti a perseguire finalità non paragonabili tra loro. Il fatto che le diversissime realtà si svolgano all’interno di una struttura Sportiva costruita secondo le stesse modalità, non significa che sia identico ciò che vi accade all’interno, significa solamente che quella struttura è quella che da sempre è funzionale all’espletamento delle prove condotte con i Levrieri e che è il modo più sicuro per realizzarla e costruirla alla luce di quelle che sono le esigenze e la tutela della razza. Quindi luoghi recintati, con fondo in sabbia che deve essere privo di buche, avvallamenti ed insidie e che ogni determinato numero di manche, va innaffiato e battuto fino a riportare il piano a livello e liscio come un biliardo. Lo stesso se trattasi di una pista in erba le cui modalità di gestione e mantenimento sono ovviamente diverse ma per cui vige la stessa regola della non presenza di buche, avvallamenti, falsi piani o insidie. Possiamo garantire, anche alla luce di una dignitosa esperienza in campo rescue, che per chi non avesse mai avuto il coraggio, la possibilità, l’occasione o l’opportunità di liberare il proprio cane, che questi luoghi sono tra i più sicuri che si possano trovare, come anche i campi da calcio totalmente cintati. Ma ci siamo spinti a questa lunghissima spiegazione perché, riallacciandoci alla nostra introduzione, crediamo che da parte delle associazione di volontari pro rescue e dei singoli volontari sia dovuta e corretta una sana e veritiera formazione affinché gli stessi possano fare a loro volta una altrettanto sana e vera informazione agli adottanti. Solo così può esserci capacità di confronto, comprensione della differenza delle varie realtà e in modo che possano venire meno le occasioni di scontro. Noi per primi abbiamo in casa rescue e continueremo ad averne finché la vita ce lo permetterà, ma questo non ci porta a confondere la loro realtà di provenienza con lo sport che viviamo, anzi se dobbiamo essere sinceri, ci dà proprio la percezione della dicotomia tra le due condizioni. Conoscendo bene il nostro settore sportivo possiamo tranquillamente affermare che molti di noi vivono con levrieri adottati e che siamo i primi a condannare ferocemente lo sfruttamento e le condizioni in cui gli stessi vengono tenuti e detenuti alla stregua di bestiame. Volete firmarla una petizione? Bene e ben venga, ma quanto meno fatelo con cognizione di causa dopo aver compreso cosa davvero state firmando, cosa con essa chiedete e sinceratevi se ciò che chiedete ha attinenza con ciò che si sta realizzando, altrimenti è come chiedere la chiusura di un’area attrezzata per fare AGILITY o un campo per fare Sheep Dog con i Border Collie. Fatelo, ma contro chi davvero li maltratta, li vessa e li umilia fino a privarli della loro infinita dignità. Uniamoci ed unitevi, ma contro il male, non gli uni contro gli altri.
L’unica differenza che noi notiamo possa dividere chi oggi è a favore della struttura sportiva e chi è contro, è il fatto che i primi praticano sport e i secondi no. Scegliere in preda ai fumi dell’ira pensando solo di voler privare talune categorie della possibilità di fare sport in sicurezza e tutelati solamente alla luce della mancanza di conoscenza è inammissibile . Non lo ammettiamo perché oggi non si può giustificare la disinformazione quando basta semplicemente aprire Google o Wikipedia e avere informazioni spiegate da persone SUPER PARTES , le abissali differenze tra le due Realtà. Qui confondete pratiche barbare con la cultura cinofila madre di infiniti testi storici sul tema sia italiani che redatti in lingua inglese. Non ammettiamo che Associazioni deputate alla rinascita ed al salvataggio dei rescue non conoscano la differenza tra lo sfruttamento e lo sport tutelato da Enti come Enci. Se non si conosce qualcosa non la si può neanche trasmettere e non conoscere ciò di cui ci si occupa è inammissibile. Per questo prima di urlare, offendere, insultare, proviamo a ragionare, riflettere, leggere, studiare, confrontarci con umanità e civiltà. Chiediamo scusa per la lunghezza dell’esposizione e ringraziamo anticipatamente tutti coloro che avranno avuto voglia e tempo di leggere e che vorranno dedicare un momento per riflettere e costruire insieme un mondo migliore per queste anime, sia dal punto di vista domestico che sportivo. Diciamo ciò perché in questi ambienti, appunto dedicati, spesso si organizzano giornate di scooling e di avvicinamento anche alle famiglie proprietarie di cani per i quali si vuole avere la sicurezza di trovarsi all’interno di un luogo che nasce e che è costruito proprio rispettando e considerando le loro esigenze.
Speriamo di essere riusciti a spiegare in modo esaustivo ciò che troppo ferocemente e velocemente è stato giudicato. Capiamo anche che i social creano spesso un effetto domino incontrollabile e che in condizioni magari di presenza fisica tali dinamiche assumerebbero sicuramente forme e modi differenti, più giusti e, confido, più civili.
Sarebbe auspicabile potersi riunire e confrontarsi con umanità e civiltà. Siamo eterni sognatori e l’idea della pacifica comprensione o collaborazione ci accarezza sempre il cuore.
Grazie a tutti.

Martina Corrado
www.martinacorradophotography.com

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